Les Champagnes Bio a Roma: piccolo report e consigli per gli acqusti

Les Champagnes Bio a Roma, manifestazioneo organizzata dall’Associazione Champagnes Biologiques (ACB) in collaborazione con la guida Le migliori 99 maison di champagne è stato un bellissimo esempio di come si possono allestire grandi degustazioni in un clima sereno e conviviale nonostante un parterre de rois composto da giornalisti e addetti ai lavori.
Tanti i produttori presenti personalmente alla kermesse che ha potuto contare su nomi come Robert Barbichon & Fils, Jacques Beaufort, Françoise Bedel & Fils, Vincent Bliard, Vincent Couche, Marie Courtin, Demarne-Frison, Pascal Doquet, Fleury Pèere & Fils, Benoit Lahaye, Georges Laval, David Léclapart, Leclerc Briant, Franck Pascal, Yves Ruffin e Vouette et Sorbée.


Difficile dire quali siano stati gli assaggi migliori della giornata perché la qualità media era talmente alta che, sul pratico carnet di degustazione fornitoci dall'organizzazione, penso di aver segnato il 99% degli champagne proposti e così, per non sfornare una "lenzuolata" di nomi, ho deciso, per ogni produttore, di menzionare su Percorsi di Vino solo le eccellenze assolute.

Robert Barbichon & Fils - Blanc de Noirs (100% pinot nero): sapido con tratti quasi salmastri si esprime in bocca con intriganti note di nocciola tostata e pain grillé. L'azienda coltiva 9 ettari nell'Aube e ha le vigne, dal 2012, certificate in agricoltura biodinamica.

Jacques Beaufort - Polisy millésime 2009 (80% pinot nero, 20% chardonnay): lo champagne è un ragazzino un pò bullo e con i brufoli che mostra solo durezza ed arroganza minerale. Appagante il sorso e la sua persistenza finale che va avanti per minuti. Inutile stare a spiegare chi è Jacques Beaufort....


Françoise Bedel & Fils - L'Ame de la Terre Millésime 2003 (pinot meunier 67%, pinot nero 17%, chardonnay 16%): Françoise è una vignaiola di personalità che interpreta il pinot meunier in maniera magistrale. Questa Cuvée incanta con le sue notè di cereali, mela, pesca bianca e pungente mineralità. Bocca di grande struttura e vibrante acidità.

Vincent Bliard - Cuvée Grand Reserve Brut (pinot meunier, pinot nero, chardonnay): i simpaticissimi proprietari, ai quali consiglio di aggiornare le foto personali del loro sito internet, danno vita ad una gamma di champagne elevati in legno rispettando tutto il tempo necessario per sfornare prodotti di grande qualità. Questa cuvée è ricca e di impatto e i sensi fatto fatica a scordare la lunga persistenza del vino.


Vincent Couche - Chloé Extra Brut (pinot nero 66%, chardonnay 34%): con 13 ettari di vigne in biodinamica situati nell'Aube, Vincent mi ha conquistato con questo vino generoso, quasi materno nelle sue rotondità e nei suoi tratti maturi.


Marie Courtin - Concordance (pinot nero 100%): avendo avuto il volo cancellato all'ultimo non abbiamo potuto godere delle parole di questa piccola produttrice che ha 2 ettari di vigne, certificate Demeter, a Polisot. Elegante con i suoi sentori di spezie e fiori bianchi, ha nel tratto sapido-minerale il suo cavallo di battaglia. Non si aggiunge zolfo nè in fase di vinificazione nè in fase di imbottigliamento.


Demarne - Frison -  Goustan 2011(pinot nero 100%): prendi un mix aromatico composto dai pepe bianco, mela e frutta secca, aggiungi un pizzico di spinta e determinazione, ed ecco comparire questo champagne non dosé dalla beva quasi assassina.


Pascal Doquet - Rosé (pinot nero 67%, chardonnay 33%): difficilmente amo gli champagne rosé ma questo è davvero pazzesco per pulizia, freschezza e mineralità. Pascal Doquet, attualmente, può contare su circa 9 ettari di vigna, in agricoltura biologica situata nei dintorni di Vertus.


Fleury Pèere & Fils - Sonate N°9 Extra Brut (100% pinot nero): naso di grande complessità che spazia dai sentori di grano e orzo agli aromi di spezie orientali e frutta gialla. Sorso dinamico, palpitante di sapidità e freschezza. Lunghissima la persistenza. Fleury è uno dei miei produttori del cuore ed è stato difficilissimo scegliere solo un vino...


Benoit Lahaye - Violaine (50% chardonnay, 50% pinot nero): come scritto nel taccuino di degustazione, questo vino, causa enormi difficoltà di produzione, è merce rara in Champagne ma, nonostante questo, Benoit Lahaye non si tira indietro e, amando le sfide, riesce a dar vita ad uno champagne di grandissima personalità e beva la cui sferzata minerale è musica per le mie....papille gustative....


Georges Laval - Cumières 1er cru Brut Nature (50% chardonnay, 35% pinot nero, 15% pinot meunier):  la postazione, durante tutta la manifestazione, è stata perennemente presa d'assalto e Laval, di tutta risposta, ha ringraziato gli appassionati organizzando una sorta di comizio dove costantemente ripeteva a gran voce, come un attore sul palco di un teatro, la sua filosofia di produzione. Questa cuvée la adoro da sempre per la sua sfacciata eleganza e per il suo finale di grande equilibrio e mineralità.


David Léclapart - L'Apôtre (100% chardonnay): come Laval, anche Léclapart ha avuto un grande successo a Roma e, vi assicuro, arrivare a parlare con lui non era molto facile. La pazienza è stata ampiamente ripagata dalla gamma dei suoi champagne molto personali tra i quali segnalo questo "apostolo" dalle spalle larghe e dal fine tocco fruttato ed erbaceo. Deve ancora smaltire forse ancora un pò di legno ma la sua energia e la sua purezza lo rendono un cavallo di razza che non smetterà di correre per decenni.


Leclerc Briant - Chevres Pierreuses (40% pinot nero, 40% chardonnay, 20% pinot meunier): le capre rocciose, nessun altro nome poteva descrivere meglio il terroir da dove arriva questo champagne che sembra sgorgare direttamente dalla roccia. Non per tutti.


Franck Pascal - Harmonie 2009 (50% pinot nero, 50% pinot meunier): cesellato nel suo equilibrio composto da sferzante acidità che si contrappone ad una morbidezza fruttata e tostata che rende la beva piacevolissima e scorrevole.Franck è giovane e ha ungrande futuro davanti a sé!


Yves Ruffin - Cuvée précieuse 2008 (75% chardonnay, 25% pinot nero): ho avuto serie difficoltà a selezionare solo un vino di questa giovane produttrice che sta portando avanti la tradizione di questa azienda famigliare dopo che suo marito, Thierry Ruffin, è prematuramente scomparso. Questa cuvée è decisamente complessa nel ventaglio aromatico che va dalla frutta gialla al gesso fino ad arrivare alle erbe di campo e le speize. Bocca giovane, tesa, testarda e di grande fascino. Ottimo anche il rapporto q/p!!


Vouette et Sorbée.- Fidèle (100% pinot nero): l'ho lasciato per ultimo ma il Fidèle rappresenta il vero coup de coeur di tutta la manifestazione. Motivo? Non trovo altro champagne che leghi meglio il concetto di struttura del pinot nero con quello di fredda austerità calcarea. Da comprare a casse!


Termino questo piccolo report con la speranza che questo sia il primo di una lunga serie di eventi sullo Champagne organizzati dal team della guida "Le migliori 99 maison di champagne". La cultura del vino ringrazierebbe...

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